NATALE: PIU DEPRESSI CHE FELICI!

Il Natale e tutte le festività a cavallo fra l’anno vecchio e quello nuovo dovrebbero essere un momento di gioia e convivialità. Invece proprio in questo periodo dell’anno si parla di “Depressione di Natale”, una sindrome che colpisce, stime alla mano, indipendentemente dal sesso e dall’età, tante persone! Anche quelle che normalmente sono inclini al buonumore.
Cosa succede?
Si avverte una sorta di ribellione interna a questo ostentato dover essere felici per forza. Il dottor Giusepppe Tavormina, segretario generale di EDA (European Depression Association) e EDA Italia Onlus, afferma che «le stagioni interferiscono sull’insorgenza o riacutizzazione della depressione e delle malattie dell’umore in genere. La stagione invernale, molto più che quella estiva tende ad accentuare le problematiche depressive piuttosto che quelle euforiche/irritabili, anche come risposta alla mancanza di una sufficiente irradiazione solare, propria dei mesi invernali che favorisce la componente depressiva dell’umore».

Il periodo natalizio agisce come una sorta di amplificatore. Problematiche e mancanze si accentuano e questo inevitabilmente si ripercuote sullo stato d’animo. In molti accusano il colpo e ci si trova a lamentarsi di tutta una sintomatologia psicofisica che può comprendere mal di testa, agitazione, ansia, problemi di sonno, aumento dell’irritabilità e della litigiosità, difficoltà nella concentrazione, inappetenza, senso di inadeguatezza, terrore di dover passare del tempo con amici e conoscenti che si vedono solo in quest’occasione. Non è raro, per chi soffre di questa sindrome, neppure provare sensazioni di panico nei luoghi più affollati come centri commerciali o metropolitana e di riuscire a calmarsi solo quando si rimane effettivamente da soli.

Non è solo il Natale a generare questa sorta di tilt esistenziale, ma anche il dover iniziare un nuovo anno. Il passaggio porta inevitabilmente a fare dei bilanci e a valutare cosa si è stati effettivamente in grado di concretizzare durante i 12 mesi trascorsi. La pausa lavorativa inoltre rallenta i ritmi e questo può generare sentimenti di ansia e paura.
La tentazione, in risposta a tutto questo, è di isolarsi e di escludere tutti dal proprio mondo.
In verità non c’è, purtroppo, un modo certo per non provare sentimenti negativi, ma sicuramente aprirsi agli altri, o comunque condividere in qualche modo le proprie preoccupazioni con le persone care, accettare se stessi e la propria vita per quello che è, non nutrire aspettative particolari per il periodo natalizio, ma semplicemente viverlo, è forse il modo migliore per affrontare i sentimenti poco positivi che possono accompagnarsi al Natale e alla fine dell’anno.