Evodextrin, l’evoluzione dei carboidrati per ottimizzare la gestione energetica della performance. Vediamo come.

Ottimizzare ogni aspetto della performance sportiva è un preciso obiettivo di ogni atleta, questo include anche l’ottimizzazione della fornitura di energia spendibile in maniera graduale ed equilibrata nel corso dell’ attività. Nel corso degli anni sono state proposte diverse soluzioni, dall’utilizzo di microdosi di zuccheri semplici di veloce utilizzo a intervalli piuttosto ridotti, a quello di un utilizzo “preventivo” di sostanze ad assorbimento più lento, spendibili in tempistiche medio lunghe. Entrambe le strategie mostrano effetti positivi e potenziali limiti, che se studiati opportunamente, possono permette la realizzazione di una miscela di carboidrati progettata con l’intento di sfruttare pienamente le potenzialità di ogni fonte energetica minimizzandone le criticità. Questo è il razionale in base al quale è stato portato avanti lo sviluppo di Evodextrin: realizzare una miscela di carboidrati che possano fornire energia in maniera sequenziale, dimostrandosi da un lato in grado di agire velocemente e dall’altro fornendo energia per un periodo di tempo prolungato.

Quali sono i caboidraticontenuti in Evodextrine e come agiscono?

Fruttosio 1-6 difosfato

Zucchero fosforilato (per questo fosfato) di pronto utilizzo, direttamente impiegabile dall’organismo per l’immediata produzione di energia. Dato che praticamente tutti gli zuccheri per poter essere impiegati dall’organismo devono essere fosforilati, utilizzando il Fruttosio 1-6 difosfato è possibile saltare un passaggio velocizzandone al massimo l’utilizzo, rendendolo l’ideale per erogazione di notevole potenza nel brevissimo periodo.

Inoltre questo zucchero facilità l’assunzione cellulare di potassio e dei fosfati fondamentali alla successiva ulteriore produzione di energia.

Destrosio

Zucchero rapido per eccellenza, viene assorbito e convertito nella forma di pronto utilizzo in tempiste estremamente brevi, seconde solamente a quelle del Fruttosio 1-6 difosfato, protraendo ulteriormente la fornitura di energia.

Fruttosio

Zucchero molto interessante in quanto utilizzabile entro certi limiti sia dalla muscolatura che dal fegato indipendentemente dallo stimolo insulinico. Richiede generalmente per essere impiegato tempistiche leggermente superiori a quelle del destrosio, ma nella fascia temporale in cui la loro azione si sovrappone, diviene particolarmente interessante perché potendo sfruttare diversi canali di assorbimento permette una fornitura di energia quantitativamente superiore.

Matodestrine DE6-DE19

Utilizzate con la stessa logica per fornire energia in maniera sia sequenziale sia parallela al fruttosio. Parallela nelle fasi di azione medio-terminali del fruttosio, dove sfruttando altri canali di assorbimento rendono possibile di mantenere elevato l’assorbimento di nutrienti, sequenziale perché considerate le dinamiche di assorbimento, metabolismo e utilizzo in gioco per un completo utilizzo delle maltodestrine sono richieste tempistiche decisamente prolungate. L’utilizzo di maltodestrinea due diversi livelli di destrosio equivalenza (DE) permette di massimizzare e sfruttare contemporaneamente le caratteristiche di una maltodestrina rapida e di una più lenta.

Ciclodestine

Innovative molecole dal comportamento molto particolare. Da un lato si dimostrano estremamente solubili e rapidamente assorbibili, facilitando tra l’altro lo svuotamento gastrico e velocizzando di conseguenza l’assorbimento intestinale. Dall’altro dopo esser state rapidamente assorbite vengono metabolizzate con una tempistica medio-lenta, permettendo una fornitura di energia che inizia in maniera medio-rapida e continua anche oltre quanto generalmente ottenibile con molte maltodestrine. Le ciclodestrine costituiscono quindi in Evodextrin una sorta di elemento base in grado di fornire energia con le dinamiche appena descritte che viene ulteriormente ottimizzato dall’azione sequenziale e solo parzialmente sovrapposta degli altri zuccheri. La scelta di questa complessità formulativa permette inoltre di mantenere costantemente alta la capacità di assorbimento dell’organismo, evitando di saturarne le vie condivise.

Ma c’è qualche altra sostanza in grado di ottimizzare ulteriormente l’azione di questa complessa miscela di carboidrati? Si: la betaina.

La betaina è una sostanza estratta dalla comune bietola che mostra effetti molto interessanti per la performance. La betaina si dimostra infatti in grado di agire favorendo l’idratazione cellulare con un netto incremento dell’ingresso di acqua a cui segue un maggior ingresso di nutrienti ed elettroliti. Questo supporta la performance con un doppio meccanismo d’azione, favorendo una migliore idratazione cellulare e contribuendo sinergicamente ad un migliore ingresso, e di conseguenza utilizzo, dei nutrienti. Proprio quest’ultimo effetto completa la logica di progettazione e di realizzazione di Evodextrin costituendo un’ottimizzazione funzionale all’assorbimento e utilizzo delle diverse tipologie di carboidrati forniti. La letteratura scientifica conferma come l’utilizzo di betaina sia correlato a un significativo miglioramento della performance aerobica, della potenza erogata e della percezione della fatica.

Evodextrin costituisce, una miscela funzionale progettata per ottimizzare nei dettagli la fornitura di energia, funzionalmente a supporto della performance, particolarmente spendibile soprattutto per gli atleti evoluti, dove può fare la differenza.

 

articolo tratto da www.keforma.it