La Farmacia dello Sport – Legnano
19 Ago 2020

NUTRIZIONE E PERFORMANCE

Lo stato nutrizionale da tempo è stato identificato come un fattore critico strettamente correlato con il mantenimento dello stato di salute e la prevenzione di patologie.

In particolare con stato nutrizionale ci si riferisce alla disponibilità di nutrienti da parte dell’organismo. Questo si rivela di notevole importanza per tutte le sostanze definite nutrienti, sia quindi i macronutrienti (proteine, carboidrati e grassi) che i micronutrienti (vitamine e minerali), con particolare accento sulle sostanze definite essenziali.

Un inadeguato apporto di nutrienti essenziali è generalmente correlato a una ridotta efficienza ed efficacia dell’organismo, situazione che se protratta può evolvere in una vera e propria patologia.

Non esistE un solo nutriente essenziale più importante di altri ma si dimostrano tutti ugualmente importanti in quanto, anche se a diverse riprese, può essere messo l’accento su una o sull’altra.

Quello che si rivela fondamentale è l’equilibrio tra l’insieme di tutte queste sostanze: volendo banalizzare il concetto come un’automobile per funzionare correttamente ha bisogno di carburante, olio, fluido di raffreddamento e acidi (che consentono il funzionamento della batteria), anche l’organismo, per mostrare appieno le sue piene e complete funzionalità, ha bisogno di tutte le sostanze necessarie.

L’organismo, per garantire la sua sopravvivenza, ha necessità di ricavare energia da nutrienti definiti appunto “nutrienti energetici”, cioè che tra le altre cose possono essere utilizzati anche per la produzione di energia. Tra questi troviamo: grassi, carboidrati e proteine.

Ad esempio risulta molto interessante vedere come a partire da qualunque nutriente energetico si vada a impiegare, per portare a termine tutti i processi che permettono di utilizzarli per ottenere energia, vi sia la necessità di utilizzare vitamine del gruppo B a cui nel caso delle proteine si aggiunge la vitamina C.

Ogni giorno, inoltre, l’organismo si trova a dover gestire sostanze ossidanti, derivate da processi interni (es. collaterali alla produzione di energia), dall’alimentazione (es. collaterali alla presenza di sostanze indesiderate) o dallo svolgimento di attività fisica (es. collaterali all’utilizzo di energia e alla sollecitazione delle strutture muscolo-scheletriche).

A prescindere dall’origine delle sostanze ossidanti, l’organismo risponde mediante un sistema che vede come elemento centrale una sostanza chiamata glutatione, che però una volta ossidata, ha bisogno di essere “rigenerata” o meglio ridotta da altre sostanze, che quindi si trovano ad agire come una vera e propria “catena” di sostanze che rispondono allo stress ossidativo tra cui troviamo l’acido lipoico, vitamina E, vitamina C, NADPH etc.

Ovviamente, anche in questo contesto, non avrebbe particolare senso assumere ad esempio mega dosaggi di vitamina C senza preoccuparsi di tutte le altre sostanze che intervengono nella risposta allo stress ossidativo. Per cui, emerge nuovamente il concetto di equilibrio nello stato nutrizionale come elemento alla base di una sufficiente, efficiente ed efficace capacità di risposta.

Questi piccoli esempi dovrebbero aver chiarito come l’importanza per la piena efficienza metabolica non sia tanto l’aggiunta di una singola sostanza in quantitativi molto alti, ma piuttosto una fornitura equilibrata di tutte quelle sostanze che intervengono a diverso livello nella realizzazione di questi processi.

Come in tanti altri aspetti, anche da questo punto di vista la nostra “natura” ricerca biochimicamente l’equilibrio che porta ad una piena capacità di risposta, che metterà l’organismo in grado di sfruttare al meglio la sua capacità di risposta alle sfide di tutti i giorni, soprattutto nei periodi più difficili o impegnativi.

Tratto da www.keforma.com

20 Mag 2020

HYDROFLEX COLLAGENE

HYDROFLEX COLLAGENE è un integratore alimentare in gel monodose ad alto dosaggio di collagene, glucosamina e centella.

I Pepformant® (collagene idrolizzato) – 10 grammi per dose

Elemento strutturale primario di ossa, cartilagini, tendini e legamenti, favorisce il recupero da trauma e previene fenomeni artrosici ed osteoporotici. Il collagene idrolizzato , sia come piccoli peptidi di collagene che come singoli aminoacidi, viene rapidamente assorbito dall’intestino tenue.

Ci sono studi che evidenziano l’assorbimento degli aminoacidi e peptidi dall’intestino tenue attraverso tre meccanismi di trasporto. Attraverso i vasi sanguigni, il collagene idrolizzato arriva in diversi tessuti del corpo come ossa, tessuti articolari, muscoli e pelle.

Glucosamina vegetale

Aminopolisaccaride precursore nella sintesi di glicosamminoglicani, molecole fondamentali nella sintesi e nel mantenimento della cartilagine e del fluido sinoviale. È il principale precursore della condroitin-solfato.

Glucosamina in forma vegetale ottenuta dalla fermentazione di Aspergillus niger.

Centella

Pianta utilizzata in fitoterapia come rimedio per contrastare l’insufficienza venosa e la fragilità capillare. La sua frazione triterpenica ha la capacità di aumentare il tono venoso e di esercitare un’azione protettiva sulle pareti dei vasi sanguigni (in particolare, nei confronti delle pareti venose).

Vitamina C

Mantiene la normale funzione delle ossa, favorisce la produzione di collagene che è il principale costituente della parte fibrosa delle ossa e delle cartilagini.

Vitamina B1

Vitamina ad azione coenzimatica, essenziale nei processi di produzione di energia a sostegno del tessuto nervoso. Importante mediatore del metabolismo aminoacidico, fondamentale per la sintesi di numerosi neurotrasmettitori.

Vitamina B6

Coenzima essenziale nei processi di produzione di energia, a sostegno del tessuto nervoso. Importante mediatore nel funzionamento dei canali del calcio fondamentali per il corretto funzionamento del tessuto nervoso.

Svolge un importante ruolo nel metabolismo dei BCAA.

Vitamina B12

Come la vitamina B1, la vitamina B12 (riboflavina) ha un ruolo fondamentale nella sintesi di tutti i processi energetici. La sua peculiarità, è quindi quella di rilasciare al corpo l’energia giusta per lo svolgimento delle regolari attività quotidiane.

18 Feb 2020

Benefici per pelle, ossa e tutto l’organismo con il collagene

Con il termine collagene vengono denominate una serie di proteine che dal punto di vista quantitativo rappresentano la quota maggiormente rappresentate nell’organismo umano, a cui spesso non viene data la giusta attenzione.

In che senso le proteine del collagene rappresentano la quota maggiormente nell’organismo umano?

Perché oltre a rappresentare mediamente circa il 6% del peso corporeo e il 25% della massa proteica totale, il collagene in pratica esercita tutti i ruoli che nell’organismo richiedono una tenuta di natura “meccanica”, a supporto di qualsiasi tessuto sia chiamato a fronteggiare stimoli di questa natura, da quello dell’epidermide a quello osseo. In pratica come l’acciaio costituisce la componente di tenuta elastica di una colonna di cemento, il collagene ricopre una funzione praticamente equivalente nell’organismo umano. Quindi l’ottimizzazione di diverse funzioni dalla tenuta dell’osso a quella della cute si trova a dover fare i conti con il collagene.

Questo in pratica cosa significa?

Che fin troppo spesso nel pensare a un aiuto di carattere nutraceutico, prima di ricercare un supporto, protettivo, antiossidante o farmacologico, il primo aspetto da considerare dovrebbe essere quello di ottimizzare nell’organismo la sintesi di collagene.

Come è possibile ottimizzare la sintesi di collagene?

In due distinte maniera, che funzionano particolarmente bene quando vengono abbinate insieme:

  • Fornire all’organismo adeguati quantitativi delle sostanze che intervengono nella sintesi di collagene;
  • Creare nell’organismo una condizione che stimoli la sintesi di collagene.

Il primo aspetto può essere ottenuto da un lato attraverso un adeguato apporto di vitamina C, fondamentale per la sintesi di collagene e di vitamine del gruppo B, che ottimizzando il metabolismo in pratica di tutte le tipologie di cellule presenti nell’organismo, possano fornire un supporto funzionale alla produzione.

A questo punto mancano i “mattoni” utilizzati dall’organismo per la sintesi di collagene, e dove trovarli se non direttamente da un collagene di origine alimentare?

Esiste però una condizione molto importante da rispettare: i “mattoni” ottenuti dal collagene alimentare devono essere in grado di fornire all’organismo lo stimolo alla sintesi. Questo si ottiene in maniera specifica attraverso un processo enzimatico definito idrolisi biologica.

In cosa consiste l’idrolisi biologica che stimolano l’assorbimento del collagene?

In un processo che porti alla digestione del collagene da parte di proteine “specializzate” (gli enzimi) che permettono di ottenere specifici “mattoni” o peptidi, in grado di essere prima ancora che utilizzati, riconosciuti, dalle cellule che daranno il via nell’organismo al processo di produzione.

Questo permette di ottenere con una sola materia prima un duplice obiettivo: quello di fornire lo stimolo contemporaneamente al materiale di costruzione. Generalmente per questo tipo di applicazione una delle materie prime maggiormente studiate è il collagene di origine marina, sottoposto a processo di idrolisi biologica.

I prodotti che permettono un risultato migliore sono in genere molto concentrati e vengono consumati in dosaggi dai 2000 ai 5000 mg.

L’abbinamento sinergico a vitamine (in particolare alla vitamina C), minerali e sostanze antiossidanti, può favorire ulteriormente il raggiungimento di un miglior risultato in tempistiche inferiori, progettando una soluzione che permetta di ottimizzare tutti gli aspetti che intervengono nella sintesi di collagene, costituendo una soluzione di estremo interesse per la salute dell’epidermide.

Quali vitamine, minerali e altre sostanze possono rivelarsi particolarmente utili se consumate sinergicamente al collagene?

Si dimostra sicuramente fondamentale, come accennato l’apporto di vitamina C, sostanza essenziale per supportare una sintesi di collagene efficiente ed efficace.

Utilizzando due diverse fonti di vitamina C, una di sintesi e una di origine vegetale ottenuta dall’Acerola, è possibile sfruttare sia l’alta concentrazione di sostanza che tutti i benefici derivanti dalla presenza di un fitocomplesso di origine vegetale.

In questo contesto si rivela ulteriormente utile la presenza di Zinco, micronutriente basilare per supportare la sintesi proteica (e quindi anche quella di collagene) e il mantenimento di una cute sana e funzionale.

Completa il quadro la presenza di Resveratrolo dalle funzioni antiossidanti e protettive ma soprattutto l’Acido ialuronico, in grado di favorire funzionalmente l’idratazione dei tessuti, utile a sostenerne il tono – trofismo della cute.

E quindi, quando è consigliato assumere il collagene?

Questo si rivela fondamentale per tutte quelle applicazioni che vedono l’epidermide al centro dell’attenzione come i trattamenti anti-age, la gestione di un programma di perdita del peso corporeo e il supporto delle aree costantemente esposte, per necessità lavorative o ludiche, a fattori ambientali sfavorevoli, costituendo un valido supporto alla salute e alla bellezza della cute in tutte le condizioni.

articolo tratto da www.nutrifarma.it

24 Dic 2019

Il cibo fritto è sempre buono…

Il fritto è sempre buono. Qualsiasi alimento fritto è buono. Durante le feste si mangia di tutto e di più, sicuramente troppo, ma il re della tavola è sempre lui: il fritto. Caro fritto, perché sei così buono? Questione di cervello? Di predisposizione antropologica? La questione è molto complessa ma anche decisamente affascinante.

Il motivo è anzitutto ancestrale. Il nostro cervello, come per molti altri aspetti, accoglie con maggiore favore cibi grassi e dolci perché sono generalmente quelli con un apporto calorico maggiore e per questo più adatti a garantire la sopravvivenza; i fritti entrano a pieno titolo nella categoria di entrambi, dalle patatine alle frittelle dolci di carnevale. Potete immaginare che per un uomo preistorico di 12.000 anni fa, in piena era glaciale, scegliere tra una tenera insalatina o un succulento cosciotto di cacciagione era una scelta molto semplice. Quella parte del nostro cervello non è mutata affatto anche se oggi non ne abbiamo sicuramente bisogno come nell’età preistorica. Questa predisposizione ai cibi grassi sembra essere regolata, da un punto di vista biologico, dalla produzione di una proteina recettore chiamata CD36. Stimolata da acidi oleici e grassi di varia natura, questo recettore, particolarmente presente sulla lingua, mette in moto tutti gli aspetti fisiologici che in ultima istanza innescano la produzione degli acidi biliari, responsabili dell’assorbimento dei grassi.

Il suono ha una sua valenza nel preferire cibi fritti e croccanti ad altri che lo sono meno. Pensate alla piacevolezza sonora di una patatina o di una frittura di pesce…vi sta già venendo l’acquolina in bocca, vero? Una ricerca effettuata nel 2004 da Massimiliano Zampini (Università degli Studi di Trento) e Charles Spence (Università di Oxford) ha dimostrato come il classico suono di una patatina croccante, stimoli il cervello umano a considerarla più genuina rispetto ad una simile patatina dal rumore meno pronunciato. Zampini e Spence effettuarono il loro esperimento amplificando o diminuendo in cuffia il rumore della masticazione della patatina a ignari campioni umani e il risultato dimostrò proprio come il famoso “croc” appaghi molto di più il nostro senso di soddisfazione rispetto a un suono meno deciso. La ricerca valse ai due il premio IgNobel del 2008.

Il generale alto contenuto di grasso dei cibi fritti ha anche un’altra proprietà che li rende graditi al palato, letteralmente. Molte sostanze volatili che conferiscono i sapori e il gusto dei nostri cibi vedono il loro rilascio modulato nella nostra bocca, proprio in base alla quantità di grasso presente. Alcuni sapori come quello della ciliegia sono esaltati da cibi a basso contenuto grasso mentre il sapore della vaniglia invece esaltato quando viene veicolato con cibi ad alto contenuto lipidico. Questione di chimica e di come queste sostanze odorose e volatili vengono inglobate con facilità, o meno, in una matrice grassa.

In conclusione, il fritto è buono per tutta una serie di motivi che il nostro cervello apprezza su multipli livelli sensoriali. Sembra che i primi piatti fritti risalgano all’Egitto del 2500 a.C. quindi si tratta di una pratica molto comune. Se in questi giorni sentite la bilancia urlare però, forse vuol dire che lo apprezza troppo ed è il caso di limitarsi a qualche insalatina.

Per questo articolo abbiamo preso spunto dal blog di www.scientificast.it che vi consigliamo di visitare frequentemente e di sostenere.

Buone feste.

ZAMPINI, M. and SPENCE, C. (2004), THE ROLE OF AUDITORY CUES IN MODULATING THE PERCEIVED CRISPNESS AND STALENESS OF POTATO CHIPS. Journal of Sensory Studies, 19: 347–363. doi: 10.1111/j.1745-459x.2004.080403.x
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1745-459x.2004.080403.x/abstract

Pepino MY, Love-Gregory L, Klein S, Abumrad NA, The fatty acid translocase gene, CD36, and lingual lipase influence oral sensitivity to fat in obese subjects. Journal of Lipid Research, Dec. 31, 2011 [Epub ahead of print].

12 Dic 2019

Acidità e Reflusso

Le problematiche digestive correlate allo stomaco costituiscono eventi che con diverse frequenze e diverse intensità, possono andare dal semplice fastidio alla vera e propria criticità, interessando un’importante fetta della popolazione.

Esistono diverse situazioni che possono essere alla base di questi problemi digestivi in grado di causare manifestazioni che vanno dalla semplice acidità gastrica a un vero e proprio reflusso gastro-esofageo.

Sicuramente condizioni patologiche come l’infezione da Helicobacter pylory e l’ernia iatale sono spesso correlate alle manifestazioni più importanti che devono essere affrontate con un opportuna terapia medica ma, per questo, non sono da trascurare anche tutta quella gamma di condizioni pre-patologiche dove ancora non si è instaurato un quadro che richiede un approccio terapeutico e tutta quella gamma di disturbi occasionali che possono essere particolarmente frequenti in soggetti che per stile di vita e impegni lavorativi non sempre riescono ad avere un alimentazione corretta e regolare.

Infatti molto frequente è il quadro di quei soggetti che a cagione di uno stile di vita molto pieno e stressante si vedono costretti a consumare pasti ad orari irregolari, fuori casa, magari dovendo ricorrere all’ultimo momento quello che riescono a trovare sul posto.

Quali sono i sintomi che indicano problemi digestivi?

Innanzi tutto occorre differenziare tra semplice bruciore di stomaco o acidità gastrica (più o meno occasionale) e un reflusso gastro esofageo vero e proprio, in quanto ogni situazione avrà applicazioni maggiormente indicate.

Acidità e bruciore di stomaco

Per quanto riguarda il bruciore di stomaco l’approccio razionale si pone due obiettivi: ridurre l’acidità tamponando l’acido cloridrico contenuto nel succo gastrico prodotto nello stomaco e esercitare un’azione protettivo/lenitiva sulla mucosa gastrica.

L’acidità dello stomaco può essere efficacemente tamponata mediante calcio carbonato, direttamente in grado di reagire con l’acido cloridrico portando alla formazione di un sale di calcio, acqua e anidride carbonica, con un sollievo molto rapido in seguito all’assunzione.

Un ulteriore aiuto, funzionale al completamento del quadro, può essere fornito con l’idrossido di magnesio, sostanza alcalina in grado di agire tamponando l’acidità del succo gastrico per una finestra temporale compresa tra le 2 e le 4 ore , favorendo quindi un sollievo prolungato che completa la rapida azione esercitata dal calcio carbonato.

La mucosa invece potrebbe essere protetta mediante l’utilizzo di un estratto di malva, storicamente utilizzato per l’alto tenore in mucillagini, sostanze in grado di esercitare una buona funzione emolliente e lenitiva, riducendo le irritazioni correlate all’eccessiva acidità e formando una sorta di film protettivo in grado di fornire ulteriore protezione ai tessuti.

Il reflusso gastrico

Per quanto riguarda il reflusso vero e proprio la situazione può essere affrontata in maniera leggermente diversa, infatti fermo restando l’utilità del calcio carbonato nella rapida riduzione dell’acidità gastrica, risulta molto importante fornire una maggiore protezione di natura meccanica sia in maniera diretta che in maniera indiretta.

A questo proposito molto interessante si dimostra l’estratto di liquirizia, in grado di favorire una protezione indiretta stimolando la produzione di muco da parte della parete gastrica e riducendo i fenomeni infiammatori della mucosa grazie alla capacità di prolungare la durata dei naturali meccanismi volti al controllo dell’infiammazione dei nostri tessuti.

Dal punto di vista della protezione diretta invece si mostra estremamente interessante l’acido alginico contenuto per esempio nell’alga kelp.

L’acido alginico risulta infatti in grado di formare un gel viscoso a lenta dissoluzione, in grado quindi sia di esercitare un effetto “barriera” nei confronti dei tessuti con cui viene in contatto, che di costituire un vero e proprio “tappo” a livello dello stomaco, per impedire appunto il reflusso del succo gastrico proteggendo l’esofago e le strutture correlate.

Queste soluzioni nutraceutiche possono rivelarsi preziosi strumenti per la gestione di queste problematiche, venendo in contro alle necessità di chi a cagione di diverse situazioni, fisiologiche, lavorative o organizzative, si trova a dover gestire una situazione gastrica non sempre ottimale.

da www.nutrifama.it

27 Nov 2019

Correre d’inverno

L’inverno è la stagione ideale per prepararsi a nuovi obietti sportivi come la mezza maratona.

La corsa è sicuramente uno degli sport più semplici a cui approcciare, basta una tuta e un paio di scarpe da ginnastica per uscire di casa e iniziare a percorre alcuni chilometri a passo spedito.

Ma come ogni attività fisica è buona regola informarsi e seguire quindi alcune linee guida basilari che permettono di praticare la corsa nel modo più corretto.

Questo a maggior ragione quando la corsa comincia a piacerci talmente tanto, che vogliamo metterci alla prova confrontandoci con altre persone… e da qui possiamo pensare di tentare la mezza maratona.

Diciamo che arrivare a correre un chilometraggio simile richiede tempo e costanza e vi consigliamo quindi di iniziare percorrendo distanze più brevi a giorni alterni aumentando via via il carico di allenamento.

Il periodo autunnale è il momento ideale per iniziare la preparazione, dato che la corsa può essere svolta in qualsiasi condizione climatica, su asfalto o su sterrato, in città o in collina e non necessita troppo tempo. Si può praticare nella pausa pranzo o alla sera dopo il lavoro, ma anche come risveglio muscolare la mattina prima di iniziare la giornata.

È lo sport più praticato nelle grandi centri urbani dove basta una pista ciclabile o un parco pubblico per eseguire il proprio allenamento quotidiano.

Questa disciplina permette di creare un allenamento base come avvicinamento alla distanza più lunga di 40 km ovvero della maratona.

Se si pensa come obiettivo la mezza maratona, non si deve sottovalutare il fatto di seguire una tabella di allenamento creata ad hoc da un preparatore esperto, per far si che gli allenamenti vengano eseguiti in maniera corretta, efficace e nel modo più adatto alla propria struttura fisica.

Ma oltre a un buon allenamento, va sempre abbinata una buona alimentazione e integrazione  per soddisfare le necessità dell’atleta e rinforzare il sistema immunitario.

Correre all’aria aperta, soprattutto nella stagione fredda, può indebolire il fisico maggiormente il quale, messo a dura prova e con i repentini sbalzi di temperatura, è a rischio continuo di essere contagiato da virus di stagione a da raffreddamento.

Cosa serve per correre in inverno?

  • Innanzitutto acquistiamo un paio di scarpe adatte a correre, meglio se ci affidiamo ad un negozio specializzato per il running.
  • Altra cosa fondamentale è che dobbiamo sì coprirci… ma non troppo! Se ci surriscaldiamo e la nostra sudorazione diventa eccessiva, saremo più soggetti ai colpi di freddo e quindi ad ammalarci. Usare sempre un buon abbigliamento tecnico traspirante.
  • Alimentiamoci correttamente, idratiamoci durante l’allenamento o la gara ma anche in tutto il resto della giornata. La perdita di liquidi potrebbe causare un indebolimento delle difese immunitarie e accusare maggiormente la stanchezza.
  • Integrarsi correttamente. In farmacia avrai la possibilità di farti seguire da un esperto e costruire il tuo programma di integrazione personalizzato.
  • Fissatevi degli obiettivi e cercate di raggiungerli, solo così riuscirete a ottenere i risultati desiderati.
  • Ottimo abbinare l’allenamento anche in palestra.
  • Ultimo consiglio ma molto importante: non esagerate e procedete per gradi!

Buona corsa

12 Nov 2019

Omega 3…fanno bene? – 1

Da anni sappiamo che alcuni alimenti contengono i preziosissimi Omega 3 i quali apportano molti benefici all’organismo soprattutto a cuore, cervello, pelle e articolazioni.

Gli Omega 3 sono grassi acidi polinsaturi che il nostro corpo non produce ma devono essere assunti attraverso i cibi che ingeriamo. Quelli che ne contengono di più sono: pesce azzurro, frutta secca, semi di chia e di lino, avocado, verdura a foglia verde e uova.

Quali sono i benefici degli Omega 3?

Vediamolo nello specifico esaminando caso per caso.

Colesterolo
Gli Omega 3 stimolano il metabolismo favorendo la digestione e aiutando l’organismo a produrre la leptina, un ormone che diminuisce l’appetito.
Questo meccanismo impedisce il formarsi e l’accumularsi del colesterolo che, alla lunga, è pericoloso per il sistema cardiovascolare, il cuore e il cervello.

Salute del cuore
Gli Omega 3 mantengo in salute il cuore e sono diverse le associazioni internazionali che ne hanno riconosciuto le proprietà protettive. Hanno la capacità di ridurre le malattie cardiache e di ridurre i triglicerici, regolano la pressione sanguigna e diminuiscono la formazione di coaguli nel sangue, causa di infarti o ictus.

Protezione delle articolazioni
Molti problemi, che causano i dolori articolari, sono causati da infiammazioni, insieme a muscoli deboli e all’usura di tutti i giorni. Gli Omega 3 sono ottimi anti-infiammatori e quindi possono essere un ottimo aiuto contro le problematiche articolari.
Inoltre, gli Omega 3, hanno la capacità di prevenire o rallentare la progressione dell’osteoartrosi in quanto gli acidi grassi hanno aiutano a ridurre la degradazione del collagene nelle cartilagini.

Benefici su pelle, capelli e unghie
Anche in quest caso gli Omega 3, come gli Omega 6, hanno un ruolo essenziale nella struttura della pelle perchè aiutano a mantenere la funzione di barriera e a prevenirne la secchezza.
Sono anche un ottimo contributo nel prevenire l’acne a ritardare l’invecchiamento cutaneo. Una dieta ricca di Omega 3 aiuta a proteggere la pelle dai danni dei raggi solari prevenendo scottature ed eritemi.

Capelli e unghie
Gli Omega 3 contribuiscono anche alla bellezza e alla salute dei capelli mantenendo il cuoio capelluto idratato e aiutando a prevenire la caduta dei capelli. Nutrono infatti il capello rinforzandolo e arricchendo i cheratinociti responsabili della struttura di capelli e unghie.

Memoria e malattie del cervello
Studi dimostrano che ci sono legami tra i livelli di Omega 3, il miglioramento della memoria e la salute generale del cervello.
Sembra che gli acidi grassi impediscano il restringimento del cervello legato all’invecchiamento oltre a proteggere la funzione cognitiva del cervello e, quindi, diminuire il rischio di Alzheimer.
Non ci sono però prove scientifiche decisive che dimostrano i reali benefici su queste patologie.

Benefici degli Omega 3 in gravidanza
Come già accennato precedentemente gli Omega 3 sono importanti per la salute del cervello e assunti in gravidanza aiutano nello sviluppo di esso e del sistema nervoso dei bambini.
Inoltre durante l’allattamento aumentano la produzione di latte e a prevenire la depressione post-partum.

Cosa comporta la carenza di Omega 3?
La carenza di Omega 3 si può manifestare attraverso diversi sintomi come:

  • stanchezza
  • pelle secca
  • cattiva circolazione
  • sbalzi d’umore
  • problemi di memoria

Un’integrazione corretta di Omega 3 e Omega 6 aiutano ad alleviare i sintomi elencati qui sopra.

Avvertenze

È sempre consigliato rivolgersi al proprio medico per assumerne una corretta quantità perché potrebbero verificarsi alcune controindicazioni. Infatti, le loro proprietà fluidificanti del sangue possono causare sporadicamente emorragie dal naso.

Gli acidi grassi essenziali sono estremamente sensibili al calore e inclini all’ossidazione, quindi è meglio assumerli prediligendo cibi crudi e freschi o attraverso gli integratori alimentari.

da www.nutrifarma.it

26 Set 2019

COLLAGENE PEPTAN

PEPTIDI DI COLLAGENE PEPTAN

Durante la nostra età adulta, i nostri corpi iniziano a produrre meno collagene. Questo processo inizia quando abbiamo circa 30 anni e accelera verso i nostri 40 anni, portando agli inevitabili segni dell'invecchiamento. La perdita di collagene è un processo naturale. Ma altri fattori possono accelerare il processo e portare a primi o più intensi segni dell'invecchiamento, come l'esposizione ai raggi UV, all'inquinamento e alle scelte di vita.

Troviamo il collagene in diversi distretti:

  • Pelle; il collagene fornisce fermezza e struttura alla nostra pelle. Quando le cellule della pelle invecchiano il collagene si rompe; la nostra pelle diventa disidratata e più sottile, e iniziano a comparire i segni dell'invecchiamento.
  • Ossatura; man mano che i livelli di collagene diminuiscono, le nostre ossa si indeboliscono. A poco a poco, questo li rende più fragili e fragili.
  • Articolazioni; perdendo il collagene attraverso l'invecchiamento, perdiamo anche la cartilagine e la funzione articolare. Ciò provoca disagio alle articolazioni, rendendo più difficile rimanere attivi con l'età.
  • Muscoli; la perdita di collagene dovuta all'invecchiamento comporta una graduale perdita di massa e forza muscolare, che influisce sul nostro equilibrio, andatura e mobilità generale.

Per questo motivo dobbiamo integrare la quota di collagene ingerita con la nutrizione e per questo abbiamo scelto i peptidi di collagene Peptan. I peptidi di collagene come Peptan sono proteine ​​pure e bioattive, derivate da una fonte naturale al 100% e prive di effetti collaterali. I loro benefici per la salute sulla mobilità e sulla bellezza della pelle sono supportati da prove scientifiche pubblicate. Ulteriori indicazioni da modelli preclinici suggeriscono che Peptan aiuta a mantenere le ossa sane. Pertanto, Peptan è una soluzione olistica per mantenere la salute del sistema muscolo-scheletrico e supportare anche la bellezza della pelle. La matrice di collagene di tipo II idrolizzato come Peptan IIm ha dimostrato di supportare molteplici benefici per la salute delle articolazioni a un basso dosaggio giornaliero.

CHE COS'È IL PEPTAN?
Peptan è il marchio peptidico di collagene leader a livello mondiale nel segmento Rousselot Health and Nutrition. I peptani sono peptidi di collagene bioattivo che sono stati specificamente sviluppati per offrire molteplici benefici per la salute e proprietà funzionali. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato la capacità di Peptan di promuovere una vita sana. I peptani sono peptidi di collagene di tipo 1 lo stesso tipo che si trova nelle nostre ossa e pelle. Peptan è un prodotto naturale di elevata purezza, contenente più del 97% di proteine ​​(su base di peso secco). Peptan sono peptidi di collagene bioattivo, la loro forma idrolizzata li rende facilmente digeribili dall'uomo.
Peptan può supportare la mobilità generale e la bellezza della pelle. Peptan è facile da usare ed è perfetto per quelli di voi che cercano formati di consegna convenienti, facili da consumare e innovativi che possano adattarsi alle vostre routine quotidiane.

18 Set 2019

Multivitaminici, perché assumerli?

Quali possono essere realmente i fattori da valutare per capire se è necessario assumere multivitaminici?
Sono fattori diversi e correlati alle abitudini di vita dei singoli soggetti. Quali sono allora le domande da farsi prima di capire se la soluzione che fa al caso nostro?

1) Consumiamo abbastanza verdura e frutta fresca, cruda e di stagione?
E ormai notorio e superfluo insistere sul perché devono essere consumate verdura e frutta, in quanto sono tra le principali fonti di micronutrienti come vitamine e minerali.

Dobbiamo preferirle fresche e crude.
Fresche in quanto un vegetale separato dall’apparato radicale o un frutto separato dalla pianta, non e più in grado di alimentarsi e quindi si trova costretto a consumare le proprie risorse interne: da questo è possibile comprendere come maggiore sarà il tempo da cui il vegetale è stato raccolto e minore sarà il tenore vitaminico che potrà fornire.

Crude, in quanto diverse sostanze di natura vitaminica si dimostrano termolabili, degradabili quindi dal calore fornito con la cottura e foto labili, degradabili quindi dalla radiazione luminosa caratteristica della luce solare.

Quindi sia i tempi di cottura che le preparazioni che prevedono il taglio e la sbucciatura del prodotto comportano una perdita ulteriore di queste sostanze.

In assenza quindi della possibilità di consumare fonti vegetali con queste caratteristiche o con queste modalità, il multivitaminico si dimostra una buona soluzione di completamento funzionale.

2) Assumendo degli integratori multivitaminici, il quantitativo è adeguato ai livelli di attività fisica?
Anche questa considerazione si rivela essenziale, in quanto il tenore di diverse sostanze vitaminiche è strettamente correlato al livello di attività fisica in quanto fisiologicamente utilizzate come antiossidanti (come per esempio la vitamina C, la A, la E eccetera) oppure nei processi biochimici correlati alle funzioni metaboliche (come per esempio le vitamine del gruppo B).

Quindi maggiore sarà il livello di attività fisica maggiore sarà la produzione di specie radicaliche dell’ossigeno e di conseguenza maggiore sarà il fabbisogno di specie vitaminiche ad azione antiossidante.

Stesso discorso vale per i cofattori metabolici, infatti maggiore sarà la richiesta metabolica dell’organismo maggiore sarà la richiesta per esempio di vitamine del gruppo B.

Il quantitativo di micronutrienti dovrà quindi essere bilanciato sulla base del livello di attività dell’utilizzatore finale, completando se necessario quanto fatto con l alimentazione anche con l integrazione.

3) Il mio livello di assunzione è adeguato per la mia condizione fisiologica?
In che senso? Prima di dare risposta a questa domanda occorre partire dal presupposto che ogni condizione fisiologica correlata alle diverse fasi della vita mostra le sue specifiche caratteristiche.

Per esempio, analizzando un soggetto nell’età dello sviluppo sarà possibile isolare aspetti come la massa corporea in rapida variazione e il notevole tenore del metabolismo basale dovuto alle rapide dinamiche di accrescimento.

Se invece volessimo considerare le caratteristiche metaboliche di un soggetto nella terza età sarebbe possibile vedere come esistono aspetti diversi, correlati alla necessita di compensare alla ridotta efficienza di un organismo che gradualmente tende a ridurre le proprie capacita di risposta.

Oltre all’età anche il sesso costituisce un’importante discriminante, infatti sulla base degli specifici meccanismi metabolici correlati al sesso maschile e a quello femminile sia l’assunzione vitaminica che quella minerale deve essere attentamente personalizzata, soprattutto nel periodo fertile per il sesso femminile, dove il turnover tissutale comporta un importante impegno sia metabolico che sintetico (tissutale ed emopoietico).

Anche in questo caso quindi l’integrazione può mostrarsi un adeguato strumento per il completamento della comune alimentazione.

In conclusione, dalla disamina di questi aspetti essenziali, è possibile comprendere come per alcuni soggetti, in determinati periodi dell’anno e/o in determinate fasi della vita, l’utilizzo di un multivitaminico si mostra particolarmente interessante, ovviamente considerando adeguatamente i fattori appena illustrati tra cui ricordiamo gli essenziali:

Possibilità alimentari
Età
Sesso
Livello di attività fisica
Valutando questi aspetti sarà possibile selezionare il prodotto più adatto ad ogni specifica necessità. Questo fa inoltre comprendere come non esista il multivitaminico ma esistano i multivitaminici, opportunamente progettati sulla base delle caratteristiche di ogni macro categoria.

Quindi nella scelta di un prodotto la valutazione di questo approccio (da parte del produttore), costituisce un primo aspetto che permette di discriminare le linee di prodotto con approccio più razionale, all’interno delle quali sarà possibile identificare il prodotto più adatto alle nostre specifiche necessita.

E quindi anche per l’integrazione con multivitaminici possiamo dire: a ognuno il suo!

da www.nutrifarma.it

04 Set 2019

Acido lattico e DOMS. C’è una relazione?

Tra le tante leggende metropolitane relative all’attività fisica, quella in merito all’acido lattico ricopre senza ombra di dubbio un ruolo di spicco.

Nonostante da diverse decine di anni sia possibile studiare in qualsiasi testo di fisiologia, come l’acido lattico venga smaltito in seguito alla sua produzione in circa 30-75 minuti, ancora viene incolpato dei dolori muscolari post attività fisica (chiamati anche DOMS).

Va da se che se smaltito in così pochi minuti non può essere responsabile di dolori che in alcuni casi tendono a protrarsi con diversa intensità nei giorni successivi.

Cosa causa, quindi, i dolori ai muscoli dopo l’attività sportiva?
Principalmente una serie di fattori di natura meccanica che per sollecitazione diretta portano a delle micro-lesioni a livello della fibra muscolare e di conseguenza ai processi di recupero, necessari a ristabilire la situazione iniziale e a favorire il processo di supercompensazione, che porterà, allenamento dopo allenamento a migliorare la propria capacità di performance.

Questi processi, per poter avvenire, necessitano di una fase “infiammatoria” che come tutti i processi infiammatori implicheranno gonfiore, dolore e compromissione funzionale.

Una volta scagionato quindi l’acido lattico è necessario identificare quali fattori possono favorire una riduzione dei dolori muscolari post attività e a tal proposito è possibile identificare 3 diverse strategie per ridurli:

– utilizzo di integratori che permettono una migliore performance muscolare (es. creatina nelle attività ad alta intensità);
– utilizzo di integratori con finalità anticatabolica (es. BCAA, HMB o leucina a seconda nel pre, nel durante e/o nel post attività);
– utilizzo di fitoterapici con attività antiossidante/antinfiammatoria (es. curcumina, boswellia, polifenoli del frutti rossi, ecc…).
Ovviamente tutte queste strategie possono contribuire a diverso livello nella riduzione dei dolori muscolari post attività, ma richiedono nel primo causo un’assunzione basale, permettendo al soggetto di praticare attività disponendo di un incrementato pool di creatina muscolare, mentre negli altri anche l’assunzione nel durante o nel post allenamento può essere prevista con un buon margine applicativo.

Quali sono gli effetti dell’acido lattico sulla performance sportiva?
In effetti l’acido lattico può essere correlato a una riduzione della performance in corso di attività, nel momento in cui il suo accumulo alteri il pH muscolare a punto tale da limitare o impedire la piena esecuzione del lavoro muscolare.
Questo ovviamente dipende dal tipo di attività praticata, dalla sua intensità e dalla sua durata.

Come smaltire e prevenire gli effetti negativi dell’acido lattico sui muscoli
Ricordando che è una situazione completamente diversa da quella alla base dei DOMS, potenziando il metabolismo della sostanza che l’organismo utilizza per tamponare gli effetti dell’acido lattico a livello muscolare cioè la carnosina.

Carnosina, prevenzione all’acido lattico
Tra le sostanze ideali per la prevenzione dell’acido lattico c’è la carnosina una sostanza formata a partire da β-alanina e L-istidina che l’organismo utilizza a livello del tessuto muscolare per prolungarne la capacità di lavoro ad alta intensità nel tempo, dove agisce come un tampone fisico-chimico sia a pH alterato che nei fisiologici range di pH.

Nonostante diversi lavori riportati sia in letteratura medica che sportiva, riconducono a interessanti potenzialità di incremento nella capacità prestativa correlate all’assunzione di carnosina, il suo impiego non sempre si rivela semplice, in prevalenza perchè la sua natura dipeptidica da un lato ne ostacola l’assorbimento e dall’altro i processi digestivi potrebbero contribuire alla sua digestione e quindi alla fornitura dei precursori e non della sostanza attiva.

Questo limite viene generalmente superato fornendo direttamente l’elemento limitante nella produzione di carnosina, cioè la β-alanina.

L’utilizzo di β-alanina si mostra particolarmente indicato per tutte quelle attività che prevedono, anche con dinamica ripetuta, l’erogazione di potenze massimali per finestre temporali comprese tra 1 e 4 minuti, mentre l’incremento/mantenimento di massa magra è stato confermato per diverse discipline, sia di endurance che contro resistenza.

Compresi quindi questi aspetti, sarà possibile affrontare in maniera sicura ed efficace i dolori muscolari derivanti dall’attività fisica e l’incrementata produzione di acido lattico in corso di attività in maniera specifica, colpendo il problema affrontandolo all’origine.

L’utilità derivante dalla sua somministrazione è confermata in letteratura scientifica, proponendo livelli di assunzione compresi tra 1500 e 6400 mg/die assunti per periodi compresi tra 4 e 12 settimane, favorendo il manifestarsi di effetti positivi in acuto quali riduzione della fatica percepita, incremento della potenza erogata e incremento della capacità di resistenza, e in cronico quali incremento della forza, incremento/mantenimento della massa e incremento del volume di allenamento.

da www.keforma.com
Prof. Dott. Alexander Bertuccioli
Medico Chirurgo
Biologo nutrizionista
Perfezionato in Nutrizione in Condizioni Fisiologiche